Perché Eco di viaggio

Cos’è l’attività di
Comieco se non un diverso modo di immaginare e concepire il viaggio della carta. Anticipando le
4r (ridurre, riutilizzare, riciclare e regolamentare), rese famose da
McDonought e
Braungart attraverso il loro celebre saggio
Cradle to Cradle, durante i suoi oltre quindici anni di attività,
Comieco è infatti riuscito a promuovere e far adottare a oltre l’ottanta per cento dei comuni italiani, il
sistema virtuoso della raccolta differenziata per il riciclo della carta e del cartone.
Un viaggio che vede la carta passare attraverso i cittadini che fanno la
raccolta differenziata, la Pubblica Amministrazione che ne organizza il
ritiro, i recuperatori che con le loro piattaforme selezionano il
macero, le cartiere che lo usano per la produzione di nuova materia
prima e l’industria degli imballaggi che la rifinalizza in prodotti
d’uso, generando per l’intera collettività grandi benefici economici,
sociali e ambientali.
Accanto a questa attività, Comieco si è da sempre distinto per aver
saputo cogliere l’importanza del salto culturale che, non solo
l’industria di riferimento, ma l’intera società avrebbero dovuto
compiere verso stili di vita più sostenibili e una rinnovata attenzione
alla qualità dell’ambiente e all’ecologia dei consumi. Numerosissime
sono le occasioni che hanno visto Comieco tra i protagonisti di
importanti iniziative a livello culturale e sociale, accanto alle più
rappresentative istituzioni, enti pubblici, associazioni e movimenti
come Legambiente, il Fai, Slow Food. È in questo quadro che il taccuino che avete tra le mani trova la sua coerenza.
Un piccolo strumento, attraverso il quale il viaggio della carta diventa
carta da viaggio e occasione per suggerire un diverso modo di
viaggiare. Il nome stesso che abbiamo voluto dargli, non solo richiama
il nostro acronimo (comiECO) ma anche l’ECOlogia
e quindi un modo più sostenibile di viaggiare, oltre naturalmente al
particolare valore che oggi può assumere il gesto e la predisposizione
di affidare alla carta l’ECO delle proprie emozioni di viaggio.
Libri, mappe, atlanti, documenti, biglietti, disegni, cartoline, stampe
fotografiche, mitiche valigie di cartone, ma anche scatole, buste,
confezioni e imballaggi di ogni genere e dimensione, hanno da sempre
sostanziato il viaggio attraverso l’invariabile del supporto cartaceo, accrescendone il fascino e il desiderio.
Oggi però rischiamo di perdere questa magia, non solo per la prossima
sparizione dei libri nella forma a noi nota, ma perché nell’epoca
dell’informazione e dei contatti in tempo reale, degli smartphone, dei
tablet, del web, di FaceBook e Twitter, di immagini scattate e condivise
simultaneamente ovunque, siamo chiamati a coesistere in continuità con
un altrove globale non fisicamente partecipato, artificialmente rivelato
e svuotato del suo mistero. Esserci e non esserci è la
condizione a cui ci stiamo inconsciamente assuefacendo. Ma non solo.
Tastiere e touchscreen fanno perdere a molti la capacità calligrafica e
con essa vanno smarriti segni di personalità e tratti di riflessione.
Eppure, nell’inflazione di un altrove low cost e dell’avventura offerta a
catalogo, mentre la promessa del viaggio si riduce all’esperienza del
mondo attraverso le sue apparenze, una crescente parte di giovani di
ogni età, stanno riscoprendo il fascino del taccuino. Non in maniera
ideologica, nostalgica o per emulare i grandi viaggiatori, ma per
ritrovato piacere. Molto spesso con smartphone in tasca e tablet nella
borsa, si decide comunque di affidare pensieri, annotazioni e disegni al
supporto cartaceo.
Alla luce di tutto questo, abbiamo immaginato di realizzare un taccuino
lontano dai luoghi comuni e dalle prescrizioni dei travel book, che in
mille versioni vengono proposti in ogni libreria.
Una guida per perdersi o se si vuole per ritrovarsi.
Un’esortazione, senza la presunzione di insegnare niente a nessuno, a
viaggiare con le proprie gambe, scegliere con la propria testa,
assaporare con il proprio gusto, descrivere con la propria voce,
disegnare con le proprie mani.
Nella certezza che il primo viaggiatore che incontrerete sarete proprio voi stessi. E poiché, come ha affermato il filosofo Michel Onfray,
esiste da sempre una geografia che corrisponde al nostro temperamento,
ci auguriamo che possiate trovarla anche grazie a questo piccolo oggetto
da viaggio, perché in fondo la carta è e rimane il supporto più prezioso cui affidare i propri pensieri.
Il Viaggio della CARTA
di
Carlo Montalbetti
Direttore Generale Comieco